Il social housing da record in legno riciclato

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Circa 2 anni fa (fine ottobre 2018) la grande tempesta Vaia colpì la Lombardia e il Triveneto, distruggendo oltre 40.000 ettari di foreste e abbattendo circa 9milioni di metri cubi di legname.

Dal recupero degli alberi abbattuti sono nate diverse iniziative di riuso e riciclo. Tra le tante, in un’area industriale dismessa di Rovereto (TN) sta nascendo il più grande edificio interamente in legno d’Italia: 9 piani, destinazione social housing, grazie al lavoro di aziende certificate Pefc e aderenti alla Filiera Solidale. Il progetto comprende anche un altro palazzo di cinque piani, sempre realizzato con legname da tronchi abbattuti.

Scegliere il legno per la realizzazione dell’edificio ha permesso di ridurre drasticamente l’impronta climatica dell’opera: il legno è un deposito di carbonio che viene assorbito come Co2 tramite la fotosintesi delle piante; in ogni metro cubo di legname è stoccato il carbonio corrispondente a 0,92 t di Co2. A questo si aggiunge che il legno ha un costo energetico di produzione e smaltimento molto basso in relazione alle materie concorrenti (calcestruzzo, metalli), con un risparmio medio di 0,7 t di Co2 per mc di legno impiegato. Il risparmio di emissioni rispetto all’edilizia tradizionale è dell’ordine del 50-70%.

Per realizzare il progetto verranno utilizzati complessivamente 2.300 metri cubi di legno ingegnerizzato, ricavati da 7.800 metri cubi di piante: la differenza è data da legname non adatto e prodotti secondari. L’effetto climatico complessivo (stoccaggio più riduzione delle emissioni) è di 3.700 tonnellate di CO2, pari alle emissioni di tre anni di tutte le persone che abiteranno nel complesso.

Le due palazzine, che saranno inaugurate nei prossimi mesi, ospiteranno 68 famiglie nell’ambito di un progetto che offrirà alloggi e servizi abitativi a prezzi contenuti a persone più bisognose (anziani, disabili, migranti) e anche a giovani, famiglie monoparentali, studenti, lavoratori precari.